MOBILITÀ23: LO SPECIALE UIL SCUOLA
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di Giuseppe D'Aprile
Confermati tutti i vincoli per i docenti. Una negativa continuità con il Governo precedente
Non c’è la firma della Uil Scuola Rua sul contratto sulla mobilità. Per due ragioni: la permanenza dei vincoli e l’aver mancato una opportunità importante, permettere anche a chi, il 1 settembre 2022, ha ottenuto (o otterrà negli anni successivi) la mobilità in una provincia diversa rispetto a quella di titolarità, la possibilità di fare domanda di trasferimento.
La Uil Scuola Rua ritiene che tutto il personale abbia uguali diritti e che bisogna evitare discriminazioni tra analoghe situazioni, per cui l’accesso alla mobilità deve essere consentito a tutti a prescindere dall’anno scolastico di immissione in ruolo.
Nessun vincolo: è questa la linea seguita dalla Uil Scuola Rua durante tutta la trattativa che ha portato alla riunione di oggi con la presentazione di un provvedimento rigido, miope e poco coraggioso.
Quello della mobilità – spiegano alla Uil Scuola Rua – è un passaggio che coinvolge ogni anno da 50 a 80 mila persone. È l’unico modo che ha il personale della scuola di poter cambiare sede. Da sempre viene regolato per via contrattuale. Dal contratto nazionale si attiva la contrattazione integrativa che definisce i criteri. Negli anni la stratificazione di norme e le incursioni legislative in materia di diritti del personale hanno portato ad una serie di norme che vincolano – a vario titolo – la possibilità del personale di spostarsi.
L’Amministrazione ponendo limitazioni al diritto della mobilità, pensando – così come imposto, pare, anche dalla commissione europea – di garantire la continuità didattica dimostra di non conoscere la realtà che vivono da anni le scuole italiane. Solo nell’anno in corso si registrano almeno 250mila contratti a tempo determinato con scuole che hanno cambiato docenti della stessa materia anche 5 volte in pochi mesi.
Un evidente controsenso che, a parer nostro, conferma la mancanza di una volontà politica necessaria per affrontare la questione nel concreto: alle promesse elettorali – rimuovere gli «ostacoli piantati dal ministro Azzolina» non sono seguiti i fatti che confermano una cattiva continuità con quella politica che ha inserito i vincoli.
